MORA

La mora è il nome comune dato al frutto di diverse varietà del genere Rubus.

In generale il rovo è un arbusto con tralci molto lunghi (anche 3 metri) e con un’elevata capacità pollonifera. La corona e l’apparato radicale sono perenni, mentre la porzione epigea è biennale. I fiori, di colore bianco rosato, sono riuniti in infiorescenze terminali panicolate o corimbiforme. Il frutto è costituito da bacche riunite in more di color viola scuro (o nero) e brillante. Alla raccolta il ricettacolo rimane aderente al frutto. L’impollinazione è entomofila. Sono coltivate cultivar sia inermi che spinose. La pianta è tendenzialmente rustica, resistente ai freddi invernali e alle brinate tardive.

Il rovo è originario dell’Africa meridionale. Tanti sono i poeti e scrittori che ne hanno decantato la pianta e le sue virtù. Il poeta Virgilio scrive in una sua opera: ‘è tempo di intessere canestri leggeri con virgulti di rovo’. Anche Esopo, nella favola la volpe e il rovo, parla di questa pianta. Secondo una leggenda popolare, le more non andrebbero colte dopo il 29 settembre, giorno di San Michele. In quel giorno, infatti il demonio, dopo essere stato cacciato dai cieli, nel suo girovagare notturno precipitò in un boschetto di rovi, ferendosi e pungendosi. Da allora ogni anno, in tale giorno, il maledetto esce dall’inferno, e torna sulla terra per scagliare la sua maledizione contro il pungente cespuglio, sputandoci sopra e facendo seccare i suoi frutti, rendendoli immangiabili. In realtà in quel periodo i frutti delle more perdono di sapore e consistenza, coprendosi di ragnatele e di muffa.

Cresce dal mare fino alla zona montana di tutta Italia nei luoghi assolati e polverosi, non gli importa di avere vicino calcinacci, desolazione e rovine. I contadini non lo amano perché è infestante, e dicono: ‘Concedetegli uno spazio e vi arriverà fino in camera’. Il frutto carnoso, come quello della fragola, è un falso frutto. I veri frutti sono i ‘semini’ che ricoprono il falso frutto. Il sapore è eccellente quando il frutto è pienamente maturo, decisamente più acido ed asprigno quando non ha raggiunto ancora la maturità. Ha importante uso alimentare nella realizzazione di torte, confetture, gelatine.

FAMIGLIA Rosacee
GENERE Rubus
TEMPERATURA Resistente al freddo
ESPOSIZIONE Sole/mezz’ombra
TERRENO Si adatta bene a qualsiasi terreno, purché ben drenato
ANNAFFIATURA Solo in caso di siccità prolungata
CONCIMAZIONE Una volta l’anno
POTATURA Fruttifica sui rami nuovi. A fine fruttificazione o fine inverno i rami vecchi si tolgono a raso suolo
PARASSITI Resiste agli attacchi
FOGLIAME Sempreverde con clima mite
RACCOLTA Giugno/Luglio fino a Ottobre per alcune varietà